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L’Amore, il motore della vita

 

I Maestri della Bhakti ci esortano a ritrovare il senso del vivere nel nostro quotidiano operare e ci mettono in guardia da tutto ciò che ostacola questa ricerca, anche dalla cosiddetta conoscenza quando è intesa solo come fine a se stessa e non funzionale all'evoluzione; si deve ricercare non quella conoscenza che inorgoglisce ma quella conoscenza che libera, che ci fa distaccare da condizionamenti, attaccamenti e sofferenze, che ci fa distinguere tra eros e amore e tra Amore e amore, perché anche l'amore lo si può realizzare a differenti livelli. Esiste l'amore umanitario, che è sì virtuoso ma è come una lucciola nei confronti del sole che è l'amore per Dio, che è di dolcezza suprema e ineffabile quando Dio comincia a giocare con il suo innamorato devoto.
Nella via spirituale della Bhakti o Bhakti-marga, Bhakti-Yoga si realizza Dio come Persona suprema, in un rapporto intimo di totale appagamento che, in tale comunione, la relazione con Dio appare esclusiva. In realtà il Signore supremo ha con ogni essere un rapporto privilegiato ed unico: la compiutezza e la perfezione di quel divino Amore si manifestano all'infinito, in infinite forme che trascendono ogni umana concezione.
Dio non è solo energia. L'energia è senz’altro preziosa, ma non possiamo innamorarcene. L'innamoramento richiede relazione tra persone. Il rapporto personale è indispensabile affinché possa sorgere l'amore, affinché l'amore possa essere espresso, condiviso, reciprocato.
La Bhakti è ben oltre la conoscenza astratta, che pur sempre rimane preda del dubbio della ragione; è ben oltre un'arida concezione impersonalistica del Divino ed è anche oltre i dogmi della religione, in cui l'uomo, vincolato a proibizioni e restrizioni, si può sentire quasi soggiogato nel suo rapporto con il Supremo. Con la Bhakti la persona mette le ali. Vola sopra i dogmi e le regole imposte e scopre la sua intima e autentica natura. Realizza la libertà di essere se stessa, la libertà di amare veramente e spontaneamente, puramente. La Bhakti trascende i canoni religiosi, i quali servono al principiante spiritualista per debellare i condizionamento generati dagli attaccamenti mondani.
Allora e solo allora la vasta terra e gli attaccamenti alle cose di questo mondo appaiono di poco conto, di nessun interesse se non si ricollegano al senso dell'esistere. Nel viaggio dell'uomo questa rappresenta una tappa cruciale, quella che anche Dante descrive nel primo canto del Purgatorio:

Per correr miglior acque alza le vele
omai la navicella del mio ingegno,
che lascia dietro a sé mar sì crudele;

e canterò di quel secondo regno
dove l'umano spirito si purga
e di salire al ciel diventa degno


Dobbiamo ben capire qual è lo scopo della vita, senza più titubanze o sbandamenti, con sobrietà e determinazione, se ben sappiamo il tesoro che stiamo cercando. Quale obiettivo per cui vale la pena vivere. Realizzando che il Supremo esiste ed interviene nei momenti di difficoltà, ricolmandoci di doni quali l'ispirazione ad agire in spirito di servizio, da cui poi scaturisce la consapevolezza dell'eternità, della sapienza, della felicità e dell'Amore.

Marco Ferrini

 

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